• Centro Internazionale di Studi Umanistici “Umberto Eco”, Sala Rossa
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18 MAGGIO 2023

Centro Internazionale di Studi Umanistici “Umberto Eco”, Sala Rossa
dalle 15:00 alle 17:00

Abstract

 

Intervento di Enrico Pitozzi (Università di Bologna)

La voce, prima. Artaud, Cage, Stratos

Il suono ci avvolge, circola intorno a noi. Questa materia sonora in cui siamo immersi – e che quasi non sentiamo più per distrazione – è stata pensata come un continuum che pervade tutte le cose; sostiene, aderisce e tiene in tensione, lasciando intuire che le cose sono così come sono perché formate da un ineffabile soffio. Espressione del suono sono i corpi celesti, i nostri corpi anatomici così come le acque e i metalli. Tutte le cose suonano. Per chi le sa ascoltare, tutte le cose hanno una voce che le esprime. Come hanno mostrato Antonin Artaud, John Cage e Demetrio Stratos, la modulazione del suono di fondo si fa dunque «vocazione» – letteralmente un'emissione di voce – che deve essere accolta: il suono è la matrice, mentre la voce è il modo in cui esso si dà come memoria del suo primo manifestarsi.

 

Enrico Pitozzi

è coordinatore della Laurea Magistrale in "Discipline della Musica e del teatro" dell'Università di Bologna. Ha insegnato nelle università di Venezia (IUAV) e Padova, Parigi, Montréal, Valencia e Francoforte. È direttore del master IKONA. Produzione, curatela digitale e valorizzazione del patrimonio audiovisivo dello spettacolo dal vivo. Dirige, con Ermanna Montanari, il centro internazionale di ricerca vocale e sonora «Malagola», fondato a Ravenna (Premio speciale UBU 2022). È membro del Comitato Scientifico per lo Spettacolo della Regione Emilia-Romagna (LR13/99 art. 6 - Giunta regionale del 12/07/2021, DGR n. 1118/2021). È membro di diversi progetti di ricerca internazionali, tra i quali: «Sensory Studies» della Concordia University (Canada) e «Extended Reality Research and Creative Center XR²C²» dell'Université Côte d'Azur de Nice (Francia). Tra le pubblicazioni recenti ricordiamo con Isabelle Choinière e Andrea Davidson, Through the Prism of the Senses. Mediation and New Realities of the Body in Contemporary Performance. Technology, Cognition and Emergent Research-Creation Methodologies, (Intellect Books, 2019) e con Ermanna Montanari, Cellula. Anatomia dello spazio scenico | Anatomy of the scenic space, (Quodlibet, 2021).

 

Intervento di Jean-Paul Manganaro (Université de Lille 3).

Oratorio Carmelo Bene

Fin dai suoi esordi – e anche l'agiografia che lo riguarda ne dà conto – Carmelo Bene ha accentrato la sua attenzione speculativa sulla voce, una vera e propria ricerca che prevede una gamma di modi vocali già inscritti nei supporti utilizzati: dall'oralità diretta alla registrazione discografica, passando per la televisione e il cinema. Si pensi a Lorca e Majakovskij, allo stupefacente Hermitage, o ai diversi monologhi di Nostra Signora dei Turchi. Le « variazioni » vocali sembrano volta a volta determinate dalle variazioni tematiche: così Riccardo III non somiglia al Dante della Commedia, né questi due al Manfred e nessuno al Campana. Ogni volta c'è un modo particolare di entrare nella composizione poetica e di sottolinearne la potenza e la forza. Non ultimo lo splendore di Hommelette for Hamlet. Attorno a tali composizioni ruoterà dunque questo intervento.

 

Jean-Paul Manganaro

è professore emerito di Letteratura italiana contemporanea all'Université de Lille 3. Per Seuil ha pubblicato Le Baroque et l'Ingénieur. Essai sur l'écriture de Carlo Emilio Gadda (1994) e Italo Calvino. Romancier et conteur (2000). Ha tradotto in italiano opere di Artaud e Deleuze e, in francese, romanzi e saggi di Gadda, Tomasi di Lampedusa, Calvino, Testori, Mari, Del Giudice, oltre alle Opere di Carmelo Bene. Con il Saggiatore ha pubblicato Federico Fellini (2014), Liz Taylor (2016) e Oratorio Carmelo Bene (2022).

 

L'evento fa parte del ciclo LA VOCE.

 

Come partecipare all'incontro