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Scuola Superiore di Studi Umanistici, Sala Rossa44.4964888 11.3484837
02 MARZO 2017
Scuola Superiore di Studi Umanistici, Sala Rossa
dalle 15:00 alle 17:00
Abstract
Le popolazioni del genere Homo sono mobili ed espansive da due milioni di anni. Ripetutamente,in più ondate,sono partite dall’Africa orientale e si sono diffuse in tutta l’Eurasia. Migrare è stata la nostra strategia adattativa per far fronte ai cambiamenti climatici e a sua volta ha cambiato il nostro modo di relazionarci con l’ambiente. Il nostro è un cervello plastico ,da migranti. L’ultima specie a uscire dall’Africa siamo stati noi, Homo sapiens, e di nuovo a più riprese,come se fosse una coazione a ripetere.Migrando in Eurasia,e poi in Australia e nelle Americhe,siamo diventati planetari, ma non eravamo soli. Altri umani abitavano il mondo. Li abbiamo incontrati e abbiamo interagito con loro. Fino a cinquanta millenni fa la Terra era abitata da almeno quattro specie umane, una storia plurale che nessuno aveva immaginato. Poi siamo rimasti soli, in concomitanza di un’ultima, cruciale e alquanto misteriosa migrazione fuori dall’Africa, cominciata circa 60mila anni fa.
Dunque migrare fa parte della nostra “natura”?
La domanda rischia di essere mal posta.L’evoluzione del fenomeno migratorio umano e gli eventi che ci hanno portato a essere gli unici umani sopravvissuti sulla Terra scardinano alla base la presunta contrapposizione tra natura e cultura. Le nature umane sono molteplici e la cultura è oggi considerata dagli evoluzionisti un fattore di cambiamento indispensabile per comprendere la stessa biologia umana.
Partecipanti: Telmo Pievani (Università di Padova)
L'incontro fa parte del Ciclo di seminari “Natura e scienze umane”