12 MAGGIO 2021
Online su Zoom
dalle 15:00 alle 17:00
Abstract
Che cosa sia il colore non ha ancora una precisa risposta oppure ne ha fin troppe: sappiamo però che cosa può succedere se improvvisamente, per un leggero colpo alla nuca, ci capitasse di non vedere più i colori. Alcuni neuroscienziati come Oliver Sacks hanno spiegato tutto questo, mettendo sotto osservazione un pittore improvvisamente cieco ai colori che ha potuto continuate a vivere con la memoria dei colori che non vedeva più, e un piccolo popolo di un atollo della Micronesia (Pingelap), decimato da uno tsunami, che dopo qualche secolo aveva selezionato una metà della popolazione che vedeva a colori e si dedicava all’agricoltura, mentre l’altra metà che non li vedeva si occupava della pesca (notturna). Ora per cercare una risposta possibile, si può dire che il colore, rispetto alla normale visione umana: non è solamente un fenomeno della luce ma una percezione dei nostri occhi e un’elaborazione del nostro cervello.
In particolare Goethe, in opposizione a Newton, nelle sue costanti riflessioni sui colori, percepiti davanti al Cenacolo di Leonardo (1788), pensava che i colori, pur essendo un oggetto ancora oscuro delle nostre percezioni, in quanto fantasie e fantasmi, fossero autentiche manifestazioni della natura, in quanto entità fisiche, chimiche, fisiologiche (o psicologiche). Una natura originaria “a colori”: molto vicina a quella seconda natura che gli artisti sono chiamati a produrre, riuscendo a imitare quell’ordine contradditorio (e complementare) dei colori che sono un’astrazione, ma soprattutto un discorso di qualità in quanto a visione e rappresentazione. Sono anche un’illusione?
“Pensate veramente che i colori non esistano?” – chiedeva Goethe a un neo laureato che gli presentava le certezze di una Theoria colorum physiologica (1816). E lui, il giovane Schopenhauer, rispondeva al maestro fin troppo a tono: “No, sareste voi a non esistere se non foste in grado di vedere i colori”.
MANLIO BRUSATIN
Manlio Brusatin (1943) storico delle arti e architetto, ha insegnato all’ Università Ca’ Foscari di Venezia, al Politecnico di Milano e nell’Ateneo Turritano (Sassari). Si occupa di tecniche della visione e della rappresentazione come colori, immagini e design. I suoi libri sul Colore (tra cui Storia dei colori) hanno avuto un riscontro internazionale e sono stati tradotti, oltre che nelle maggiori lingue europee in coreano e in arabo. I suoi ultimi saggi sono: Colore senza nome (2006), Arte come design (2007), Verde. Storie di un colore (2013), Stile sobrio (2016) e il Cappello di Leonardo. Storie sulla forma delle immagini.
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