27 OTTOBRE 2022

Centro Internazionale di Studi Umanistici “Umberto Eco”, Sala Rossa
dalle 15:00 alle 17:00

Abstract

Nel 1983 usciva la collettanea Il segno dei tre. Holmes, Dupin, Peirce, contemporaneamente per Bompiani e Indiana University Press (The Sign of Three). Due dei saggi contenuti nel volume aprirono un filone di ricerca originale, che riguardava un tipo pressoché ignoto di inferenza, l'abduzione, e il suo uso nei processi di indagine scientifica e in altri ambiti inventivi. Il primo, di Massimo Bonfantini e Giampaolo Proni, portava il titolo "To Guess or Not to Guess", e il secondo, "Corna, zoccoli, scarpe. Alcune ipotesi su tre tipi di abduzione" era firmato da Umberto Eco. Sempre in quell'anno usciva inoltre il numero 34 di Versus interamente dedicato all'abduzione e in cui si avanzavano riflessioni articolate intorno a quel tema con contributi di Bonfantini, Sini, Ponzio, Proni, Ferraresi.

Gli articoli non solo ponevano l'abduzione come logica dell'indagine poliziesca (il libro partiva proprio da due personaggi della detective story) e di quella scientifica, ma proponevano una tipologia di questa inferenza. Bonfantini ed Eco portavano così avanti di un passo il lavoro di Charles S. Peirce, uno dei fondatori della semiotica. L'inferenza abduttiva, o ipotetica, rappresenta infatti uno dei massimi contributi del più fecondo dei filosofi americani. Dei tre modi di argomentare, assieme a induzione e deduzione, l'abduzione viene posta come nucleo formale nella teoria cognitiva, nell'interpretazione dei segni e nell'indagine scientifica, quale "unico tipo di ragionamento che fornisce idee nuove" e unico argomento veramente sintetico.

Negli anni successivi Bonfantini approfondisce ed estende le sue ricerche sulla logica abduttiva, in numerose pubblicazioni e discussioni, e raduna in una associazione, Psòmega, un gruppo ampio e transdisciplinare di studiosi e artisti interessati allo studio e alla pratica dell'inventiva. Ne consegue una articolata disseminazione di questo filone di ricerca che ancora oggi prosegue in vari ambiti disciplinari e transdisciplinari.
Nel vasto panorama delle ricerche sul fenomeno della creatività e sui processi innovativi, l'approccio inventivo-abduttivo rappresenta forse l'unico tentativo di individuare un meccanismo logico che associa il rigore formale dell'inferenza alla imprevedibilità dell'atto che produce il nuovo, ciò che prima non c'era.

A fine 2021, dopo la scomparsa di Bonfantini, alcuni suoi allievi raccolgono e curano una scelta di testi con il titolo Scritti sull'inventiva. Saggi e dialoghi (Mimesis), introdotti da un dialogo a quattro voci che traccia elementi biografici, ripercorre le tappe di un rapporto anche personale ma non tralascia di segnalare alcuni elementi che dalle pagine successive permettono di affacciarsi ai grandi temi della contemporaneità.

La conferenza vuole partire da questi testi, e dai tanti che apparvero negli anni che li separano, per fare il punto sul percorso degli studi su abduzione e inventiva in Italia e presentarne gli sviluppi.
Tra essi sono per lo meno da citare: gli studi sull'abduzione come meccanismo alla base dell'azione progettuale, a sua volta connessa a una visione pragmati(ci)sta del rapporto tra uomo, ambiente e società; le applicazioni della teoria dell'abduzione all'indagine scientifica; i tentativi di formalizzare l'abduzione nell'ambito dell'intelligenza artificiale e dei sistemi esperti.

 

 

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